Secondo la sezione, la volontà sottesa alla disposizione sopra richiamata è quella di rendere operante una riduzione dei compensi erogati agli amministratori delle società, senza tuttavia vietare agli enti locali la possibilità di nominare dei soggetti esterni e ciò anche considerando le incompatibilità introdotte dal D.Lgs. 39/2013. Pertanto, non può adottarsi un’interpretazione meramente matematica della disposizione in esame, che determinerebbe, in tutti i casi in cui nel 2013 non siano stati sostenuti costi per compensi agli amministratori, appunto l’impossibilità di affidare all’esterno tali incarichi, atteso che tale effetto pare eccedere le finalità della norma.

Pertanto, nel caso in cui non siano stati effettuati esborsi di tale tipo nel 2013, il meccanismo di riduzione della spesa stabilito dal legislatore necessita comunque, per poter operare, di un parametro di riferimento sul quale calcolare la percentuale dell’80%. Tale parametro potrà essere individuato nell’ultimo esercizio nel quale sia stato sostenuto tale tipologia di costo, purché l’importo sul quale calcolare il limite di spesa di cui ai citati commi 4 e 5 sia aggiornato tenendo conto delle limitazioni introdotte con l’art. 6 comma 6 del D.L. n. 78/2010 (norma che aveva ridotto i compensi agli amministratori del 10%).

L'articolo La riduzione dei compensi degli amministratori delle società controllate dalla PA proviene da Alessandro Manetti - Dottore Commercialista e Revisore Legale.